Haiku
Telefono tace,
balena nel blu profondo,
petali cadono.
La fissità del tempo
Il lancio di questo mese inizia con una balena. Il collegamento con Pinocchio è scontato. Ma attenzione, nel libro originale si parla di un pescecane.
Così come nella Bibbia, Giona non viene inghiottito da una balena, ma da un mostro marino primordiale. Rimane 3 giorni e 3 notti nel ventre del pesce, proprio come Gesù nel ventre della terra, per poi risorgere.
Nessun cetaceo nel film di Roberto Faenza “Jona che visse nella balena”, ma la storia vera di Jona Oberski, sopravvissuto al lager.
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La balena, il pescecane o il mostro marino in generale rappresentano spesso una prigione. Quasi un non-luogo da cui è difficile scappare, dove il tempo si ferma.
I dadi di questo mese ti hanno fatto venire in mente qualche collegamento?
Il tempo di un gettone
Per fortuna, le lancette si arrestano anche quando accadono cose belle. Come succede alle signorine del centralino1 che sospendono tutte le telefonate per ascoltare le favole della buonanotte del ragionier Bianchi.
Ma il telefono può anche dilatare il tempo, allungandoti la vita.
Il telefono nacque dalla necessità di abbattere le distanze.
Meucci si era spostato a New York con sua moglie, che all’epoca sviluppò una forma grave di artrite reumatoide. L’inventore, per poter lavorare e non lasciare sola la sua consorte, mise in pratica le sue conoscenze in modo da poter rimanere costantemente in contatto con lei, costretta a letto in un’altra stanza. Progettò così un sistema in grado di trasmettere la voce attraverso i fili elettrici in varie zone della casa. Era nato il telettrofono. Fu la conferma di due verità fondamentali: la prima è che le idee migliori vengono fuori spesso dalle difficoltà; la seconda è che anche i geni possono scegliere pessimi nomi per le loro invenzioni. 2
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Da subito il telefono ha vinto sul tempo, accorciando i giorni e le ore di attesa di una missiva scritta. Ma rimaneva vincolato a un luogo fisso. Il cellulare ha trionfato non solo sul tempo, ma anche sullo spazio.
Il momento di avere coraggio
Il terzo e ultimo dado di questo mese è un fiore. Ripenso al Piccolo Principe, che aspetta ansioso per alcuni giorni che la rosa sbocci.
Ma il fiore non la smetteva più di prepararsi ad essere bello, al riparo della sua camera verde. Sceglieva con cura i suoi colori, si vestiva lentamente, aggiustava i suoi petali ad uno ad uno. Non voleva uscire sgualcito come un papavero. Non voleva apparire che nel pieno splendore della sua bellezza.
Un tempo di attesa brevissimo, se confrontato con quello dell’Amorphophallus titanum. Noto anche come fiore cadavere, la sua fioritura avviene all’incirca ogni 7-10 anni. Inoltre, il suo odore pestilenziale è simile alla carne putrefatta.
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Il tempo è qualcosa di inafferrabile. Persino i fisici non sono d’accordo sulla sua essenza. Per la relatività generale il tempo è una grandezza relativa, mentre per la meccanica quantistica il tempo è universale. Possiamo dire che il tempo e un’illusione, ognuno lo vive in modo diverso.
“Il tempo avanza a passo diverso con diverse persone. Ti dirò con chi il tempo va d’ambio, con chi il tempo va al trotto, con chi il tempo va al galoppo, e con chi sta fermo.” 3 William Shakespeare
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Sono dell’idea che possiamo solo vivere il nostro tempo nel modo più coraggioso. Proprio come la viola di Rodari che, ritrovandosi al Polo Nord, ha continuato coraggiosamente a profumare l’aria perché quello era il suo dovere. Durò un solo giorno, il mattino successivo “la violetta mandò un profumo più intenso, come se avesse deciso di sciogliere in una sola volta l’immenso deserto gelato”. Il fiore pensò “ecco io muoio… Ma bisognava pur che qualcuno cominciasse… Un giorno le viole giungeranno qui a milioni”.
Tutto il coraggio del mondo in un granello di tempo.
I dadi di questo mese ti hanno fatto venire in mente qualche collegamento?
Grazie, ci leggiamo presto!
Ciao, mi chiamo Cinzia Campisano e sono una copywriter. Se ti è piaciuta questa puntata, condividila con chi ha i tuoi stessi gusti!
Tratto dal libro di Gianni Rodari “Favole al telefono”.
Tratto dal libro di Bruno Mastroianni “Storia sentimentale del telefono”.
Tratto dal libro di William Shakespeare “Sogno di una notte di mezza estate”.
Ne è passato di tempo dallo "scaldapizzette", e si vede!
Non conoscevo la storia della viola 💜